Sono stata a Londra per due mesi, e dopo aver inviato cv a tutte le grandi catene (MC, Pret, Starbuck, Caffè, Tesco, etc etc) essermi fatta tutta oxford, Regent, Picca, Leicester, Baker Street, aver risposto a oltre 250 annunci su Gumtree, Civilibrary, Reed, Monster dove chiedevano anche lingua italiana (almeno in principio x subire meno l’impatto e darmi un pò di tempo x un corso) o waiter, kitchen porter, runner, sono riuscita ad avere solo 2 colloqui e l’iscrizione in 3 diverse agenzie che fanno fare anche lavori a chiamata, il tutto senza successo.
Ora, sicuramente parte del problema sarò io, la mia lingua (che pensavo fosse intermedia e invece non lo è), il fatto di aver pensato come molte persone che venire a Londra ti permette di fare un'esperienza lavorativa e formativa importante, ma trovare lavoro qui, almeno per la mia esperienza, NON e’ stato facile. Poi naturalmente trovi l’italiano che ti dice che senza sapere la lingua ha trovato lavoro in 2 giorni come commesso (???) e quindi pensi che sei tu l’errore e che ci vuole anche fortuna nella vita.
Che dire, purtroppo la verità è ancora più dura di quanto possiamo immaginare. Da questa disastrosa esperienza che ho avuto posso solo consigliare che non hanno torto a dire che l'INGLESE SERVE e che se non la sai o non parti oppure si dovrebbe avere uno spirito di sacrificio grande qnt londra (soprattutto x chi magari laureato ci viene e deve cominciare come lavapiatti: appena arrivato trovi annunci con già 50/60 candidature in fila). Si deve partire con molti soldi, perché se nn si ha la fortuna di trovare subito un impiego, la città è cara e se uno volesse intanto fare un corso di lingue, hanno il loro costo. Tornata in patria ahimè, mi son dovuta rimettere a studiare la lingua. Per chi avesse bisogno di risorse consiglio semplicemente di cercare in rete perchè di materiale per imparare l'inglese se ne trova in giro. Addirittura ho trovato un sito dove puoi fare lezioni individuali e frontali on line ad un costo davvero conveniente (speakly.eu). Reduce da questa esperienza, non posso che rinnovare il mio consiglio: dobbiamo migliorare l'inglese. Anche noi studenti di giurisprudenza. Perchè se il lavoro manca in Italia, dobbiamo rimboccarci le maniche e provare anche all'estero, nonostante le rinunce che ciò, purtroppo, comporta.
Questa la mia testimonianza, questa (forse) la prima vera lezione che ho imparato al di fuori dell'università.
Ora, sicuramente parte del problema sarò io, la mia lingua (che pensavo fosse intermedia e invece non lo è), il fatto di aver pensato come molte persone che venire a Londra ti permette di fare un'esperienza lavorativa e formativa importante, ma trovare lavoro qui, almeno per la mia esperienza, NON e’ stato facile. Poi naturalmente trovi l’italiano che ti dice che senza sapere la lingua ha trovato lavoro in 2 giorni come commesso (???) e quindi pensi che sei tu l’errore e che ci vuole anche fortuna nella vita.
Che dire, purtroppo la verità è ancora più dura di quanto possiamo immaginare. Da questa disastrosa esperienza che ho avuto posso solo consigliare che non hanno torto a dire che l'INGLESE SERVE e che se non la sai o non parti oppure si dovrebbe avere uno spirito di sacrificio grande qnt londra (soprattutto x chi magari laureato ci viene e deve cominciare come lavapiatti: appena arrivato trovi annunci con già 50/60 candidature in fila). Si deve partire con molti soldi, perché se nn si ha la fortuna di trovare subito un impiego, la città è cara e se uno volesse intanto fare un corso di lingue, hanno il loro costo. Tornata in patria ahimè, mi son dovuta rimettere a studiare la lingua. Per chi avesse bisogno di risorse consiglio semplicemente di cercare in rete perchè di materiale per imparare l'inglese se ne trova in giro. Addirittura ho trovato un sito dove puoi fare lezioni individuali e frontali on line ad un costo davvero conveniente (speakly.eu). Reduce da questa esperienza, non posso che rinnovare il mio consiglio: dobbiamo migliorare l'inglese. Anche noi studenti di giurisprudenza. Perchè se il lavoro manca in Italia, dobbiamo rimboccarci le maniche e provare anche all'estero, nonostante le rinunce che ciò, purtroppo, comporta.
Questa la mia testimonianza, questa (forse) la prima vera lezione che ho imparato al di fuori dell'università.
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