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Rassegna Stampa 2010

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    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    LA NOVITÀ: SARÀ IN AMMINISTRAZIONE DELLE AZIENDE. RESTA QUELLA MAGISTRALE IN STRATEGIA IMPRESE
    Economia cambia rotta e propone una sola laurea triennale
    E debutta il nuovo sito web della facoltà: servizi per gli studenti

    • Nuovo sito web per la facoltà di Economia di Taranto, ma soprattutto anche nuova offerta formativa ridisegnata secondo la nota 160 (non ancora legge) già per il prossimo anno accademico. La seconda facoltà di Economia di Taranto presenterà sostanzialmente una sola classe di laurea triennale, quella in Economia e amministrazione delle aziende. Non ci sarà più anche l’opzione per l’Economia e Commercio come è stato sino a quest’anno in corso. Continuerà, invece, ad esserci la laurea magistrale in Strategia delle imprese e management. Una scelta obbligata per la giovane facoltà tarantina quella di adeguarsi anche anzi tempo alle previsioni ed ai requisiti minimi ancor più stringenti posti dalla nota ministeriale 160 soprattutto per le sedi decentrate.
    A presentare e spiegare il tutto ieri nel corso di una conferenza stampa sono stati il preside Bruno Notarnicola, i presidenti dei due attuali corsi di laurea, Tafaro e Sportelli, il delegato per l’informatizzazione, prof. Scalera.
    La nuova offerta formativa. Sostanzialmente la facoltà di Economia di Taranto sembra tornare alla sua vocazione storica, l’economia aziendale appunto. Se quindi anche qui si produce sostanzialmente un assottigliamento del numero di corsi di laurea presenti a Taranto - così come accade anche in altre facoltà -, rimane il fatto importante che il corso di laurea strutturato su Taranto è unico a livello regionale. Nessuna duplicazione, dunque, a Bari, né in alcun altro ateneo pugliese. Come dire che Taranto potrebbe fungere da polo di attrazione per chi è interessato alle discipline economico-aziendali. Si arriva comunque a questa soluzione in quanto l’applicazione della nota 160 impone che su un corso di laurea - con l’attuale numero di matricole, quest’anno 410 (il 13% in più rispetto allo scorso anno) - siano incardinati 23 docenti. In realtà, spiega il preside Notarnicola, la facoltà tarantina ne ha già un paio in più e presto arriveranno, per effetto di alcuni concorsi, altre due unità.
    In quanto al nuovo sito web sarà estremamente dinamico e consentirà agli studenti di gestire la propria carriera accademica e presto anche la registrazione ed il pagamento di tasse e quant’altro. Ma con un sito più performante, la facoltà sembra più di tutto puntare all’e-learning, la nuova frontiera dell’offerta accademica. On line ci sono già una ventina di cicli di lezioni tenute da altrettanti docenti.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 16 Febbraio 2010

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  • Plautus
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    GLI STUDENTI: «Vogliamo l'Università al “centro” della città»

    GLI STUDENTI: «Vogliamo l'Università al “centro” della città»

    “Vogliamo l'Università al centro della città”; la delegazione guidata dal rettore Corrado Petrocelli è stata accolta all'ingresso nella sede del Corriere del Giorno da un gruppo di rappresentanti del sindacato studentesco Link Udu Taranto.
    «Abbiamo ritenuto opportuno portare alla loro attenzione - ha spiegato il coordinatore ionico Remo Pezzuto - quelle che sono le esigenze e le problematiche che affliggono gli studenti tarantini. Il nostro slogan, “Vogliamo l'Università al centro della città”, non nasce solo dalla necessità di trasferimento in una sede dignitosa per gli studenti delle Facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia e Scienze della Formazione, che da anni ormai, aspettano il passaggio all'ex caserma “Rossarol”, ma anche, di centralizzare la figura dello studente universitario e una rete di servizi creata appositamente per lui, nelle politiche dell'amministrazione locale e del Governo dell'Università. Tutto ciò, porterebbe ad uno sviluppo della vita e della cultura universitaria nella città, ma anche un vero sollievo alla vita degli studenti».
    «Per il trasferimento - spiegano inoltre il coordinatore dell'Udu - purtroppo, non è stato ancora fissato un termine, ciò che manca è l'allaccio alla rete elettrica e il mobilio, per il quale è stata già indetta una gara d'appalto. I tempi, come ci confermano anche le parole del Magnifico Rettore, non saranno certo brevi, ma c'è tutta la sua volontà di accrescere il Polo Universitario Jonico. Gli studenti non possono più sopportare la loro condizione precaria in strutture che sono sorte come cattedrali nel deserto o in ex scuole materne, che tutto sembrano fuorché sedi universitarie; per non parlare della mancanza di spazi idonei allo studio come biblioteche, già poco fornite, e sale lettura. Ci auguriamo che il nuovo “ateneo tarantino”, non abbia le stesse problematiche, inoltre intorno a quella struttura, a nostro avviso, deve essere creata e sviluppata una rete di trasporti che colleghi la città alle sedi universitarie o delle zone di parcheggio, nonché la creazione di una mensa o delle convenzioni con esercizi di ristoro della zona, che vadano a sopperire questa mancanza. Apprendiamo con piacere, che sono stati finalmente stanziati i soldi per la creazione di una casa dello studente, che dovrebbe sorgere presso la sede che attualmente ospita la II Facoltà di Giurisprudenza e i corsi di laurea di Lettere e Filosofia, e che verrà risolta al più presto la mancanza di riscaldamenti per la sede di Via Grazia Deledda. Ci teniamo a precisare però, che senza l'attuazione di questi servizi e di queste politiche, non ci sarà mai un reale sviluppo universitario della città di Taranto».

    articolo pubblicato sul Corriere del Giorno di giovedì 11 Febbraio 2010

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  • Plautus
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    L'ombra dei tagli minaccia la facoltà di Ingegneria

    POLITECNICO: Il prof. Ciavarella parla del potenziale collasso delle sedi decentrate
    L'ombra dei tagli minaccia la facoltà di Ingegneria

    In principio fu Torino. Gli studenti temono che alla fine toccherà anche a Taranto. Negli scorsi giorni, nella sede della II Facoltà di Ingegneria, si è tenuto un incontro per parlare degli ulteriori tagli previsti dalla nota 160 del ministro Gelmini. Un provvedimento che ha portato il rettore del Politecnico torinese Profumo a decidere di chiudere le sedi periferiche, e che potrebbe condurre anche la sede di Paolo VI del Politecnico barese alle medesime conseguenze. I toni usati nel corso del vertice dal rettore del Poliba Nicola Costantino sono stati rassicuranti: per ora non si chiuderanno i battenti; ma l’allarme resta. Durante il vertice se ne è fatto portavoce l’ingegner Michele Ciavarella, docente di meccanica dei materiali al Politecnico e nella sede distaccata tarantina. Lui da qualche mese ha deciso di intraprendere una “battaglia” affinché non passi inosservato il problema del potenziale collasso dell’università tarantina, e si trovino soluzioni alternative. Il suo blog (www.rettorevirtuoso.blogspot.com) ogni giorno è visitato da decine di ragazzi che commentano gli articoli ed avanzano proposte. Anche la pagina di Facebook dedicata all’argomento gode di altrettanto successo. L’idea del professore, lanciata ufficialmente lo scorso weekend nel corso della manifestazione “Bollenti Spiriti Camp” Open Space, è che i candidati alla presidenza della Regione, tengano a Taranto un tavolo di confronto con gli universitari, per far comprendere loro come intendono affrontare il problema e quale posto riveste nella loro agenda.
    Professore, l’università a Taranto secondo lei è davvero destinata a scomparire?
    «Direi che c’è questa possibilità, che io chiamo “scenario zero”, ma spero che, nonostante le ristrettezze della riforma, si possa trovare una maniera di rinnovarsi in modo low cost, sfruttando le risorse tecnologiche, che purtroppo l’università italiana recepisce con molta lentezza. Il mondo americano al 50% va all’università sul web, e con un semplice i-phone un ragazzo può usufruire delle lezioni dei migliori professori del mondo, scaricabili on-line. In Italia invece c’è un livellamento verso il basso della qualità dei corsi di laurea che non può portarci lontano. Poi a Taranto penso a realtà industriali significative e anche nuove che si affacciano, come la Boing, e che non riusciremo a cogliere se ci presentiamo nella forma in cui siamo».
    Lei ha parlato di “scenario zero”. Suppongo ci sia anche lo “scenario uno”…
    «Sì, ed anche il due. Il primo è un polo di sola didattica, in cui, seppur in linea con i parametri del ministro Gelmini, si cerchi di rilanciare l’università attraverso consorzi con altre università, lezioni telematiche e maggiore attenzione a categorie come quella degli studenti lavoratori, che diventano sempre di più. Poi c’è lo “scenario due” costituito dalla ricerca nella meccanica, nell’aereonautica, nell’ambiente e nella siderurgia».
    Da dove dovrebbe partire l’università per attuare questi due scenari?
    «Dalle agevolazioni agli studenti lavoratori e dall’e-learning. Ormai molti, avendo colto la difficoltà del mercato di collocare laureati di livello troppo alto, entrano nel mondo del lavoro da posizioni basse, ma poi hanno l’esigenza di laurearsi nonostante lavorino per migliorare la loro situazione. Da questo punto di vista il Politecnico di Bari ha molto da migliorare, perché non ha recepito alcuni strumenti come l’iscrizione a tempo parziale, cosa che al Politecnico di Milano interessa il 30% degli studenti».
    Di che si tratta?
    «Vuol dire che ciascuno studente può decidere quali esami fare ogni anno e sulla base di questo pagare le tasse. Certo ci si laurea in più anni, ma è un’idea ottima per i lavoratori. Noi abbiamo solo nove studenti che hanno fatto questa scelta, che dai più non è conosciuta».
    Parlava poi di e-learning, cioè di insegnamento via computer. Ma attraverso questo metodo non si rischia di svuotare l’università del suo ruolo sociale, o di far venir meno quel rapporto personale tra alunno e docente che è un reciproco arricchimento?
    «E-learning non vuol dire che lo studente debba guardare soltanto ad internet, altrimenti potremmo chiudere le università. Bisogna studiare delle forme di tutoraggio tra il docente e lo studente, che a sua volta dovrà studiare il materiale a cui può accedere su internet. Al professore spetterà il compito di far svolgere delle esercitazioni, di seguire il ragazzo durante il percorso, di aggiornarsi per fornire sempre il miglior supporto, ed invogliarlo a studiare evitando che si perda e non consegua l’obiettivo della laurea».
    Lei negli scorsi giorni ha avviato una petizione. Perché?
    «Perché penso che possa tornare utile un dibattito. I candidati alla presidenza della Regione dovrebbero sedersi ad un tavolo e parlare del futuro delle università pugliesi, alla presenza dei rettori e degli studenti. Sinceramente non capisco come mai questo argomento non sia tra le priorità della campagna elettorale. Certo un dibattito in sé lascia il tempo che trova, ma da questo si potrebbe partire per provare a trovare delle soluzioni, nella consapevolezza che i miglioramenti al sistema universitario non possono essere fatti da un giorno all’altro».

    articolo di Marina Luzzi
    pubblicato sul Corriere del Giorno di giovedì 11 Febbraio 2010

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  • Plautus
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    Le facoltà ioniche, officine a lavoro

    UNIVERSITÀ: Il prorettore e i presidi di Giurisprudenza ed Economia hanno presentato le iniziative in corso
    Le facoltà ioniche, officine a lavoro

    Presentate dai presidi intervenuti al forum alcune iniziative che riguardano le loro facoltà.
    «La produzione di energia verde, pulita con il fotovoltaico è un’iniziativa che stiamo mettendo in atto nella nostra facoltà - ha spiegato il preside di Economia Bruno Notarnicola -. Il progetto è nato da una forte attenzione nei confronti dell'ambiente. L'impianto produrrà energia elettrica pari a 20mila euro di risparmio sulla bolletta e l'incentivo proveniente dal conto energia sarà destinato all'azienda che realizzerà l'impianto. Cercheremo di aggiudicare la gara quanto prima, la macchina è partita e in tempi brevi riusciranno a cantierizzare l'opera. Inoltre, presto sarà in rete il nostro sito web, una segreteria on-line a tutti gli effetti» .
    L' orientamento e la grande attenzione ai rapporti col territorio sono le grandi scommesse d i Giurisprudenza. «Stiamo per riproporrere un corso destinato ai ragazzi delle scuole superiori - ha spiegato il preside Uricchio - A breve poi riprenderanno i corsi di orientamento in un’uscita. L'obiettivo è di incentivare e favorire il passaggio nel mondo del lavoro dei nostri laureati. Inoltre tra le nuove iniziative di Giurisprudenza vi è “la collana di facoltà” che a breve vedrà tre importanti pubblicazioni». «Due giornate - ha aggiunto - nel ciclo di orientamento al lavoro saranno dedicate a come affrontare le pensati prove concorsuali. E tra le altre iniziative mi piace sottolineare è quella della banca del tempo, un progetto di solidarietà dove gli studenti mettono a disposizione parte del loro tempo».
    Presente all'incontro il prorettore Augusto Garuccio: «Sono convinto che a Taranto si deve investire in ricerca e la nascita del Polo tecnologico per l'ambiente si integra bene in questo territorio, qui ci sono grandi dalinsediamenti che nel bene e nel male hanno condizionato il progresso in Puglia. Ora è il momento di fare sinergia tra la facoltà di Scienze, quella di Ingegneria e il Cnr. Questa sinergia è un elemento fondamentale a garanzia del futuro dei giovani».

    articolo di Gianni Svaldi
    pubblicato sul Corriere del Giorno di giovedì 11 Febbraio 2010

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  • Plautus
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    Petrocelli: Siamo partiti da zero, ora inauguriamo dipartimenti e sedi prestigiose

    UNIVERSITÀ: Ospiti al Corriere del Giorno il rettore Petrocelli e presidi delle facoltà tarantine
    «Siamo partiti da zero, ora inauguriamo dipartimenti e sedi prestigiose»

    Non solo Rossarol. Il polo ionico è un cantiere aperto e a dirlo a chiare lettere sono stati il rettore dell'Ateneo di Bari Corrado Petrocelli e i presidi delle facoltà ioniche intervenuti al forum organizzato dal Corriere del Giorno sul futuro della realtà universitaria di Taranto. «Per l'inaugurazione della Rossarol è tutto pronto e lo dimostra la sigla sul protocollo di gestione della sede. Fare aule laboratori non è stato facile, il Comune sta ancora questionando con l'Enel e noi stiamo aspettando il via libera per la piena abilità della struttura. Ma ora è una questione di giorni, in tempi rapidi dovrebbe avvenire anche la consegna del mobilio», ha spiegato il rettore Petrocelli ai giornalisti del Corriere tra i quali vi erano il nostro direttore Luisa Campatelli e il vicedirettore Pierpaolo D'Auria. All'incontro hanno preso parte il preside di Economia Bruno Notarnicola, di Giurisprudenza Antonio Uricchio, il prorettore Augusto Garuccio, il coordinatore amministrativo del Polo ionico Aniello Zanfino, Lucia Pellegrino dello staff della delegazione direttoriale, Anna Pastore della segreteria di presidenza di Giurisprudenza.
    «Le critiche sono dietro l'angolo, ma il salto di qualità è notevole», ha rimarcato il rettore parlando della prossima inaugurazione della Rossarol. «A Taranto le facoltà umanistiche erano sparse per la città, presto saranno accorpate nella sede prestigiosa della Rossarol. Con il passaggio di Giurisprudenza, Lettere e scienze della Formazione nella nuova sede si libererà la struttura di via Acton, destinata a diventare un centro multifunzionale per studenti, centro già finanziato con fondi ministeriali e regionali». «Abbiamo fatto molto e voglio ricordare che siamo partiti a Taranto da una situazione in cui nessuno degli immobili ci era stato dato in comodato, in questi anni così abbiamo dovuto acquisire i comodati e poi abbiamo iniziato a progettare piano piano». Anche la vecchia sede della corte d'Appello sembrava fosse lì dietro l'angolo per essere consegnata all'università e quindi alla sede di Giurisprudenza, «ma non è né pronta, né vuota. Abbiamo così deciso di dare vita ad un progetto massiccio di trasferimento alla Rossarol di tutte le facoltà umanistiche». La Rossarol accoglierà 3500 studenti delle facoltà di Giurisprudenza, Scienze della formazione e Lettere.
    Altre iniziative sono quelle con la Marina Militare con cui l'università ha varato un corso di laurea innovativo. Se il trasferimento delle tre facoltà nella sede della Rossarol è un progetto che si andrà a concretizzare a breve, lo sguardo che punta lontano dell'università di Taranto guarda al Polo tecnologico, «Anche qui grande fatica - ha spiegato il rettore Petrocelli - è una piattaforma che deve servire a Taranto ma deve avere un respiro mediterraneo. Noi abbiamo competenze per farlo, siamo spesso sui giornali per le nostre scoperte, il problema a questo punto è finanziario».
    Per il rettore, l'entusiasmo della città di Taranto nei confronti dell'università è alto: «Quando vengo a Taranto trovo un entusiasmo maggiore di quello più compassato che trovo altrove». Conosco bene la realtà: «Ho fatto lezione per anni a Martina nella facoltà di Beni culturali. E ho insegnato anche in via Acton, dove ho dovuto discutere una tesi con una studentessa sul cofano di un'auto, ora che sono rettore mi sono ricordato di questo e sto cercando di risolvere i problemi che ho trovato» .
    Il polo ionico ha da poco varato il suo primo dipartimento dei sistemi giuridici del Mediterraneo, società cultura ed economia. Un progetto condotto in cooperazione tra le facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze della formazione, che costituisce la base per attrarre fondi e dalla ricerca.
    «Quando ho ricevuto la notizia del dipartimento ionico ho fatto i salti di gioia», ha detto il rettore che ha precisato come questi sono «segni chiari di investimento», nella realtà tarantina: «Due anni fa ho voluto svolgere l'inaugurazione dell'Anno accademico qui a Taranto e nella facoltà di Scienze ionica si è svolta l'importate evento nazionale didamatica».
    Il grosso nodo tarantino è proprio legato alle sedi universitarie: «Per migliorare le strutture noi facciamo quello che possiamo, gli studenti mi hanno mandato delle mail dicendomi che sentivano freddo nella sede di via Grazia Deledda, siamo andati a scavare e abbiamo trovato delle vecchissime bollette non pagate e in pochi mesi abbiamo sanato la situazione. Gli studenti ionici si devono sentire studenti universitari a tutti gli effetti» .
    La popolazione studentesca di Taranto sta crescendo, dall'anno scorso le iscrizioni sono incrementate di un centinaio di unità: «Mentre le iscrizioni sono in decremento noi siamo in controtendenza - ha detto Petrocelli - la nostra è un’università che sta crescendo ed è affidabile e questo i ragazzi lo sanno».
    Critico il rettore sul proliferare dei corsi di laurea: «Abbiamo avuto un’esplosione eccessiva di crescita formativa, un’esplosione indotta dall'intervento riformatore, che ha voluto fare il tre più due, e dalle sollecitazioni del territorio. Un esempio è Scienze della comunicazione, sette corsi in Puglia e ora questi corsi si stanno svuotando perché manca la richiesta da parte del mondo del lavoro. Ora, prima di decidere devo portare avanti il corso di Scienze della moda (la cui sistemazione è prevista a Martina Franca ndr), io devo sapere se riesco a reggere il corso di laurea in Lettere, Filosofia Giurisprudenza. L'offerta di base deve essere garantita da professori di ruolo e non dai professionisti, i quali devono solo integrare».
    Tra le facoltà che danno dopo la laurea un’immediata immissione nel mondo del lavoro vi è Scienze infermieristiche. «È una laurea di alta specializzazione. Abbiamo il 100% degli assunti dal mercato del lavoro perché c'è carenza di infermieri bravi». Un rapporto non sempre semplice quello tra Università e mondo del lavoro: «Noi insegniamo alla gente a pensare, e questo dà i suoi risultati, le aziende quando prendono nostri laureati con progetti finanziati con fondi pubblici prima li assumono storcendo il naso e poi non li voglio mollare, perché notano che i neoassunti sanno usare internet, sanno fare le ricerche conosco almeno una lingua straniera, sono specializzati».
    «In Italia c'è scarsa mobilità sociale e l'università per il mezzogiorno è l'unico ascensore che permette ad un ragazzo di cambiare le sorti della sua famiglia, ma il laureato deve essere pagato dalle aziende per quello che vale per la sua specializzazione. Purtroppo non è la stessa cosa stare in Calabria e in Lombardia».

    articolo di Gianni Svaldi
    pubblicato sul Corriere del Giorno di giovedì 11 Febbraio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    Impresa e scuola prove tecniche di comunicazione

    • Prove tecniche di comunicazione tra imprenditori e mondo della scuola, dell’università, della formazione in generale. Promette di funzionare il tentativo messo in campo da Confindustria all’indomani del varo della riforma della scuola secondaria superiore. Primo incontro ieri per il gruppo messo in campo dal vicepresidente di Confindustria Taranto, Fabrizio Nardoni, con delega proprio alla formazione. In casa Confindustria non hanno mancato di garantire la propria presenza dirigenti scolastici, presidi di facoltà, il vicepresidente della Provincia, Emanuele Fisicaro.
    «Come imprenditori rivendichiamo un ruolo diverso - dice Nardoni -. Abbiamo messo in piedi questo gruppo ed abbiamo anche avviato una prima indagine tra le imprese non solo per capire cosa le imprese chiedono al mondo della formazione, ma anche per capire quanto le imprese sono disposte a investire in stage, percorsi formativi e tirocini pratici. Questo anche nella convinzione che quel che serve ai giovani non sono le aule, ma i laboratori. Come imprenditori sappiamo che i giovani che per la prima volta si affacciano nel mondo del lavoro hanno notevoli difficoltà. Mancano del tutto di pratica. Ben venga la nuova riforma dell’istruzione secondaria - aggiunge Nardoni -. Le considerazioni confindustriali a tal proposito non sono negative».
    Insomma, gli interessi degli imprenditori e quelli del mondo formativo sembrano incontrarsi su un campo più che scontato. La sfida, caso mai, è nel mettere in pratica queste convinzioni. I tempi e le occasioni in realtà sembrano più che maturi. La progettualità messa in campo da Confindustria intercetta perfettamente le finalità delle politiche scolastiche poste anche dall’amministrazione provinciale. «C’è necessità di porre grande attenzione alle risorse che la Provincia mette in campo per la formazione - aggiunge Nardoni -. Il vicepresidente Fisicaro ha annunciato la costituzione di un comitato scientifico che valuti quale tipo di orientamento dare ai giovani. Il tentativo deve essere quello di coniugare le esigenze delle imprese territoriali con i prossimi bandi operativi e la formazione professionale». Cruciale, quindi, l’orientamento. La stessa Confindustria ha già in agenda una due giorni - il prossimo 9 e 10 marzo al Palamazzola - che servirà a fare incontrare le imprese del territorio, grandi e piccole, con i giovani delle scuole superiori e delle università. A seguire, sempre nel mese di marzo, gli imprenditori vareranno un progetto che offrirà borse lavoro.
    Intanto, l’incontro di ieri è servito anche a far stipulare un protocollo di intesa tra Provincia e Confindustria. L’intesa è sul distretto della moda di Martina. La Provincia - lo ha più volte ribadito Fisicaro - punta al rilancio del corso di laurea in Scienze e Tecnologie della Moda, di fatto quasi cancellato anche dalle più recenti norme ministeriali che prevedono criteri minimi per garantire la permanenza di un corso universitario e che qualche altra realtà pugliese sembra abbastanza pronta a «scippare». «Il polo tessile martinese - afferma Nardoni - ha interesse a qualificare il proprio personale. Gli imprenditori si sono resi disponibili a ospitare stage e ragionare su questa opportunità che non possiamo perdere».

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 9 Febbraio 2010

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  • Plautus
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    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    L'INIZIATIVA: Ieri prima riunione del Comitato strategico nella sede degli industriali
    Lavoro giovanile, a confronto Scuola e Confindustria

    Due importanti iniziative di collaborazione tra il mondo dell'istruzione e del lavoro per trovare soluzione alla questione lavorativa giovanile.
    Sono lo scopo del Comitato strategico della Formazione di Confindustria riunito ieri mattina nella sede degli industriali ionici in via Diego Peluso. All'incontro hanno partecipato l'assessore provinciale all'Università ed alla Scuola Emanuele Fisicaro, il presidente di Confindustria Luigi Sportelli, il vice presidente dell'associazione con delega alla formazione Fabrizio Nardoni, numerosi dirigenti scolastici e professori universitari. Gli invitati si sono confrontati su idee e punti di vista diversi per concertare un'azione comune che possa iniziare nel più breve tempo possibile.
    Primo impegno è il “Salone del lavoro” che si svolgerà per la prima volta nel capoluogo ionico il 9 ed il 10 marzo; secondo progetto in rampa di lancio è un protocollo d'intesa tra ente Provincia, Confindustria ed Università di Bari per stabilire definitivamente a Martina Franca il corso di laurea in Scienze della Moda e creare in Valle d'Itria un vero e proprio distretto industriale e culturale competitivo.
    Nel primo caso i giovani ionici neodiplomati o neo laureati incontreranno al Palamazzola le aziende del territorio ionico, la Marina Militare e le Forze dell'Ordine per verificare sul campo attitudine e capacità nella scelta del mestiere.
    «Sarà un'ottima occasione – ha spiegato la giovane imprenditrice Beatrice Lucarella - per lasciare il proprio curriculum o seguire i workshop di orientamento tenuti dai manager delle grandi aziende come Eni, Vestas o Ilva. Due giornate che impegneranno quasi trentacinquemila studenti dell'intero arco ionico».
    Nel secondo caso il progetto durerà nel tempo e darà la possibilità di ottimizzare le risorse economiche ed umane in un determinato territorio. Le parti sono già d'accordo e la firma della bozza di protocollo arriverà nelle prossime settimane.
    «Un risultato importante – ha sottolineato il vicepresidente della Provincia – perchè raggiunto in pochissimo tempo. Sono convinto che in questo territorio, depredato dal punto di vista economico, sia mancata l'azione sinergica. Vogliamo produrre effetti concreti contro la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile che in questa terra raggiunge il 47%».
    Un nuovo corso intrapreso anche alla luce della riforma scolastica che entrerà in vigore da settembre.
    La cosiddetta Riforma Gelmini dovrebbe avvicinare gli studenti, soprattutto quelli degli istituti professionali e tecnici, al mondo del lavoro attraverso tirocini, stages e orientamento ma alcuni docenti e dirigenti scolastici hanno espresso le loro perplessità sulla possibilità di fare ore pratiche all'interno di cantieri o aziende.
    «Fare stage – ha detto la dirigente scolastica dell'istituto Archimede Rosa D'Onofrio – nel mondo della moda è drammatico. Le imprese dicono quasi sempre no».
    Per studiare il fenomeno lavorativo Confindustria ha realizzato un sondaggio su alcune aziende locali fornendo dati interessanti.
    «La formazione – è stato riferito – è essenziale a tutti i livelli, dall'operaio all'impiegato. Dalle indagini si nota che le figure professionali maggiormente richieste sono gli operatori informatici, i periti elettrici ed elettronici. Particolarmente importanti sono le conoscenze in ambito giuridico internazionale ed economico. Inoltre si seleziona sempre più il candidato che abbia un'ottima conoscenza scritta e parlata dell'inglese e di una seconda lingua straniera».
    Tutti i partecipanti hanno sottolineato l'importanza della continua analisi del territorio e di una flessibilità scolastica ed universitaria che vada di pari passo con le esigenze del mondo del lavoro per non diplomare e laureare studenti disoccupati.

    articolo di Luca Caretta
    pubblicato sul Corriere del Giorno di Martedì 9 Febbraio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    RIFORMA GELMINI: domani c'è un tavolo di lavoro
    «Discutiamo subito come cambiare le scuole superiori»

    • Domani c’è già un primo incontro in Confindustria per cominciare ad attivare quello che dovrà essere un tavolo di lavoro intorno al quale far sedere esponenti del mondo scolastico, accademico e formativo nel suo complesso insieme alle parti sociali intese non solo come sindacati ma anche e soprattutto come Camera di Commercio, Confindustria, Confartigianato. Ha questo primo effetto a livello locale la recentissima riforma della scuola secondaria superiore targata Gelmini. Se infatti il prossimo sarà solo un anno di transizione in cui l’offerta formativa esistente sarà «rincasellata» secondo le nuove cosiddette tabelle di confluenza, occorre sin da subito mettersi a lavorare su un’idea comune e condivisa di sviluppo territoriale al quale coniugare l’offerta formativa per preparare adeguatamente i giovani e pensare al loro inserimento futuro nel mondo del lavoro. E d’altro canto questa è anche la filosofia insita nel processo di riforma voluto dal ministero, il quale ha delegato Regioni e Uffici scolastici regionali a rimodulare gli assetti delle proprie scuole in linea appunto con lo sviluppo e le vocazioni territoriali.
    «Sì, da lunedì (domani - ndr) si comincia a ragionare con il mondo degli imprenditori. Ho già incontrato i dirigenti scolastici dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali che si sono detti d’accordo con questa impostazione», dice l’assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Emanuele Fisicaro. «Questa riforma ci impone di ragionare in termini di ambiti territoriali - aggiunge Fisicaro che è anche vicepresidente della Provincia -. Dobbiamo partire dalle vocazioni territoriali e sulla base di queste ragionare intorno al tavolo con gli addetti ai lavori del mondo della formazione e gli imprenditori su quale idea di sviluppo abbiamo e su come distribuire l’offerta formativa. Il che significherà anche fare scelte precise in termini di razionalizzazione della rete scolastica con possibili rivisitazioni della stessa presenza scolastica».
    Al momento, per governare la fase transitoria del prossimo anno, l’assessore Fisicaro ha intanto tempi strettissimi. Si tratta di deliberare la proposta di offerta formativa da inviare a Ufficio scolastico regionale e Regione a cui competerà la decisione finale. Entro venerdì prossimo (12 febbraio) infatti le singole scuole dovranno aver fatto pervenire le eventuali modifiche alle proposte già inviate in passato relativamente a come intendono rimodulare la propria offerta. Tali proposte erano già state formulate sulla base di bozze di tabelle di confluenza che erano circolate nelle settimane passate, parzialmente riviste ora dal ministero che le ha ufficializzate nei giorni scorsi. Questo comunque in attesa dei regolamenti definitivi che saranno emanati successivamente. Recepite eventuali modifiche, la Provincia invierà entro il 12 febbraio la proposta complessiva a Regione e Ufficio scolastico regionale. Quest’ultimo dovrà esprimere il proprio parere entro il 15 febbraio, mentre la Regione dovrà adottare una propria delibera entro il 19 febbraio.
    «Certo, l’offerta formativa si ridurrà - dice Fisicaro -, ma faremo in modo che nessuno perda il proprio posto di lavoro per effetto di questa riduzione e della più complessiva riduzione oraria che parte in realtà già dal prossimo anno nelle classi successive alle prime. C’è da iniziare un nuovo percorso che deve poggiare le sue basi sul concetto di sussidiarietà. Va creato un percorso nuovo finalizzato alla formazione dei giovani. Anche per questo ho in mente un modello diverso di orientamento per il quale abbiamo stanziato una apposita voce in bilancio. Occorre, insomma, che i ragazzi siano più correttamente orientati verso l’istruzione secondaria superiore e verso l’Università o il mondo del lavoro » .


    GLI EFFETTI DELLA RIFORMA GELMINI: QUASI IN CONTEMPORANEA CON IL VIA LIBERA ALLA LEGGE C’È STATO UN DIBATTITO DEL COMITATO PER QUALITÀ DELLA VITA
    Che ne sarà dei 250 corsi attuali?
    Oggi le scuole offrono doppioni, lezioni standard e sperimentali che occorrerà rivedere

    • «Io faccio una provocazione: quale effetto avrà sull’opinione pubblica l’idea che il liceo Archita potrà non essere più un liceo classico, ma istituto di istruzione superiore? O che liceo classico tout court sarà il Quinto Ennio? E che licei scientifici potranno essere solo il Battaglini e il Ferraris o che l’Aristosseno potrà essere liceo solo linguistico?» Praticamente in contemporaneità rispetto al varo della riforma della scuola secondaria superiore e con tempestività rispetto all’atto di indirizzo emanato giovedì 4 febbraio dall’Ufficio scolastico regionale, a Taranto si è discusso di riforma esaminando i primi documenti ufficiali. L’occasione è offerta da una tre giorni di incontri - giovedì dedicato ai licei, venerdì ai tecnici e ieri ai professionali - organizzata dal Comitato per la Qualità della Vita e dalla Città dei Mestieri e delle Professioni d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale ed il patrocinio della Provincia. «La mia - dice il presidente del Comitato organizzatore, Carmine Carlucci - ha voluto essere una provocazione, ma ci sono una serie di nodi che vengono al pettine. Certo, al momento non ci si è ancora avventurati nel ragionamento che prima o poi occorrerà giungere all’individuazione di un polo classico e di un polo scientifico, tanto per rimanere nell’ambito dei licei, ma c’è ormai la piena consapevolezza che è finito il tempo di discussione sulla riforma ed è cominciato il tempo di capire come occorre applicare questa riforma coniugandola con le esigenze territoriali e col più complessivo tema del dimensionamento delle scuole».
    La riforma, insomma, è legge. Snellisce l’offerta formativa attuale che consta di oltre 250 corsi diversi, sostanzialmente altrettante opportunità distribuite in tutte le scuole del territorio con inevitabili doppioni. Una «sventagliata» di offerte tra corsi standard e corsi sperimentali così come emerge dalla mappatura dell’offerta formativa redatta dalla Provincia di Taranto. Molti di questi sono ovviamente corsi sperimentali che ora, per effetto della riforma, dovranno essere ricondotti ad una configurazione più univoca, vale a dire essere incasellati in uno dei sei indirizzi di liceo, o dei sei indirizzi degli istituti professionali (divisi in due settori) o degli 11 indirizzi degli istituti tecnici (divisi in due settori). Ogni scuola dovrà, insomma, avere una sua fisionomia più definita e precisa anche se è prevista la configurazione di istituti di istruzione secondaria, più generici quindi ed evidentemente con più indirizzi ancora, soprattutto in prima battuta. L’attuazione della riforma sarà in ogni caso soft. Dal prossimo anno riguarderà solo le prime classi rispetto alle quali, appunto, le scuole hanno già rimodulato i propri indirizzi di studio incasellandoli nelle cosiddette tabelle di convergenza, rimodulazione che potranno parzialmente modificare ancora nei prossimi giorni. Ma tutto dovrà essere stato definito a grandi linee entro il 26 febbraio, data a partire dalla quale gli studenti di terza media potranno fare la loro scelta entro il 26 marzo. L’attuazione della riforma sarà soft ed il prossimo sarà ancora un anno di transizione. Gli assetti definitivi - fermo restando l’impostazione generale che dovrà essere stata acquisita dal prossimo anno - potranno entrare a regime dal 2011-2012. Dal prossimo anno, però, scattano già i ridimensionamenti orari anche per gli studenti degli anni successivi al primo. «Quello che è emerso anche nei nostri incontri - dice Carlucci - è che tutto dovrà essere improntato al principio della curvatura e della flessibilità».

    articoli di Maria Rosaria Gigante
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 7 Febbraio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    Comune versa a Siel 2 milioni, via al progetto di Palazzo degli Uffici
    Contenzioso chiuso, ora la convenzione

    •Per Palazzo degli Uffici il Comune chiude il contenzioso pregresso e versa 2 milioni di euro alla Siel, l’impresa che ora dovrà cominciare i lavori di ristrutturazione dell’antico edificio. «Facendo seguito agli impegni presi, il Comune di Taranto, per il tramite dell’Organo straordinario di liquidazione, ha onorato il primo pagamento nei confronti della Siel trovando le necessarie risorse» annuncia in una nota lo stesso Comune. «Si tratta di un importo di 2 milioni di euro più Iva al 20% che è la somma transata per chiudere tutte le attività ed fatti legati alla vicenda anomala per il blocco del cantiere» di piazza della Vittoria. Un risultato positivo che è stato possibile conseguire, annuncia il Comune, «a valle del voto favorevole del Consiglio comunale e della giunta e grazie al lavoro congiunto tra le direzioni Bilancio e Lavori Pubblici (con impegno diretti degli assessori Capriulo e Spalluto ed i dirigenti Perchiazzi e Panunzio) ed il sostegno tecnico del servizio progetti speciali del Comune di Taranto. Inoltre vanno sottolineati il ruolo di massima disponibilità e consulenza tecnica fornito dalla Osl (nell’intero organo composta dai dottori Pazzaglia, Gaudiano e Caricati) nel chiudere rapidamente la vicenda e la disponibilità della stessa impresa Siel ad accettare la somma proposta. Con quest’intesa il Comune onora un altro debito delle gestioni passate, evitando un rischioso contenzioso, e fa un altro importante passo in avanti per la riconsegna del Palazzo degli Uffici alla città. Ora può essere sottoscritta la nuova convenzione e portata a termine la progettazione esecutiva dell’opera per poter riavviare a pieno ritmo lo opere di cantiere entro quest’estate così come previsto dal cronoprogramma».
    Da rilevare che nelle scorse settimane, prima che in piazza della Vittoria avvenisse la rinaugurazione del cantiere di Palazzo degli Uffici, Siel e Comune definirono una pre-intesa. Ecco i punti centrali: Comune e Provincia di Taranto dovranno contribuire alla realizzazione dell’opera per circa 18 milioni di euro. La somma rimanente (15) sarà coperta dall’impresa che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all’interno del commerciali. Aree che avranno soprattutto una destinazione commerciale. L’accordo raggiunto, inoltre, prevede un ritorno alle origini sia per la durata del contratto di gestione che per quel che riguarda l’attribuzione delle superfici da assegnare a Comune, Provincia e Siel. In sostanza, si torna a ciò che stabiliva l’originaria convenzione d’uso in quanto sono state respinte le modifiche che la Siel ha chiesto per potersi sedere nuovamente al tavolo delle trattative. Così la durata del contratto ritorna ad essere pari a 36 anni e non più di 44 anni così come la società concessionaria aveva richiesto mentre le superfici vengono così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune e 6.500 al liceo classico «Archita» (e quindi alla Provincia competente per legge alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila-10mila metri quadrati) sarà invece a disposizione della Siel che vi sistemerà le attività commerciali e culturali che comunque non dovranno essere in contrasto con la storia dell’immobile.
    Nel 2013 (salvo ulteriori ostacoli) il «nuovo» Palazzo degli Uffici potrebbe essere consegnato alla città. Per quanto riguarda i fondi, la Provincia ha già stanziato 8,5 milioni di euro per finanziare la ristrutturazione mentre il Comune accenderà un mutuo per avere a disposizione 11 milioni di euro. Un mutuo trentennale che peserebbe sulle casse comunali per 700mila euro all’anno.

    articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 7 Febbraio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    LA FORMAZIONE: CONFERENZA STAMPA DEL COMUNE
    «Abbiamo fatto crescere l’Università»
    Ma gli studenti LinkUdu ammoniscono: il buco di bilancio dell’Ateneo rischia di creare guai

    Anni di lavoro e ritardi insieme, ma sta per essere consegnata nella Città vecchia l’ex caserma Rossarol. Già firmato a Bari il verbale di consegna. Andrà infatti all’Università di Bari che vi insedierà il polo umanistico, intendendo per questo la facoltà di Giurisprudenza ed i corsi di laurea in Lettere, Beni Culturali, Scienze della Comunicazione. Giovedì prossimo la vera e propria cerimonia di consegna al rettore Corrado Petrocelli. Ieri, invece, a Palazzo di Città sono stati il sindaco Ezio Stefàno e l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia, a darne l’annuncio. Ma l’incontro con la stampa è divenuto occasione soprattutto per fare un bilancio degli sforzi e degli impegni che, annunciati in campagna elettorale, l’attuale esecutivo ha voluto dimostrare come siano stati rispettati. «Avevamo detto che avremmo investito in cultura e ricerca, non ci sarebbe stato solo il dissesto e così è stato», dicono gli amministratori. Ma poi soprattutto guardano al futuro e dicono: «Specificità nell’eccellenza: è una scommessa che condividiamo per Taranto».
    Insomma, prenderà finalmente presto ad animarsi in Città vecchia uno degli immobili storici (avranno spazio anche alcune associazioni culturali) di maggiore prestigio nel panorama italiano e che - dice Ciocia - servirà a dare lustro all’università sviluppatasi a Taranto. Ed a chi ha qualche dubbio che un’invasione di qualche migliaio di persone tra studenti e docenti possa comportare problemi di viabilità, traffico, inquinamento maggiore, ricezione da parte dei servizi presenti, Stefàno replica: «Via di Mezzo sarà presto trasformata in tempi rapidi in parcheggio a pettine. Inoltre, abbiamo lavorato in questi anni perché l’area circostante fosse riconosciuta zona franca con inevitabili vantaggi economici per chi avvierà attività di vario tipo comprese quelle di ristorazione. Inoltre, a proposito di mobilità, sarà cantierizzato entro il 30 giugno il progetto per la metropolitana leggera».
    Bilanci. Ciocia cita i 100 mila euro che - altra scommessa del sindaco - si è riusciti a mettere a disposizione delle facoltà per 10 (o 20) borse di studio da destinare «ai migliori laureati delle nostre facoltà». Ciocia cita l’accordo stretto con le associazioni dei proprietari per la stipula di contratti concordati di locazione per studenti fuori sede (stimati intorno alle 800 unità), il varo - in controtendenza con la politica dei tagli - di un corso triennale interfacoltà in Scienze e Gestione delle Attività Marittime, il primo dipartimento di ricerca (a Palazzo Delli Ponti) sui Sistemi giuridici del Mediterraneo, l’accordo per i tirocinii formativi che il Comune agevolerà presso i propri uffici, l’istituzione di un fondo bibliotecario per le tesi di laurea, un nuovo ed innovativo modello di orientamento attuato a Giurisprudenza. E ancora: il coinvolgimento del Comune di Taranto nella Conferenza regionale di programmazione del diritto allo studio, la convocazione delle società sportive da convenzionare col Cus. Queste ed altre «conquiste» ancora, in virtù delle quali il Comune rivendica un suo ruolo e protagonismo nell’obiettivo di un radicamento dell’Università nel territorio. Più percorsi, più iniziative, nelle quali il Comune si dice attento soprattutto a coniugare vocazioni, specificità, necessità territoriali.
    «A cosa guarderemo da domani?» si chiede Ciocia. «Al rinnovo dell’accordo di programma scaduto da un anno ed a portare a Taranto Scienze Umane e Medicina e Scienze della Salute. La futura presenza del San Raffaele sarà occasione di una interessante collaborazione con l’Università di Bari così come già dichiarato dai vertici di Ateneo».
    Intanto, gli studenti del LinkUduTaranto, ieri presenti a Palazzo di Città, concordano su numerosi punti, ma appaiono preoccupati per i tagli che il buco di 52 milioni nel bilancio dell’Ateneo potrà produrre sull’offerta formativa. Altri corsi - temono - potrebbero subire la stessa sorte di Fisioterapia e Scienze della Moda. Poca chiarezza, inoltre, ci sarebbe stata proprio sull’utilizzo della Rossarol da parte dell’Università di Bari.


    IERI L’INCONTRO ANNUNCIATI PROGETTI FEDERATIVI CON L’UNIVERSITÀ DI BARI A PARTIRE DAL CAMPO DEI SERVIZI COME LA MENSA E I TRASPORTI. POSSIBILI ANCHE CORSI DI LAUREA
    «E il Politecnico non abbandona»
    Il rettore Costantino: restiamo a Taranto ma inevitabili i sacrifici con i provvedimenti Gelmini

    • Il Politecnico di Bari conferma la sua volontà di rimanere a Taranto. Bari non farà come Torino. Nessun rischio, insomma, per la seconda facoltà di Ingegneria di Taranto, ma non è escluso - anzi altamente probabile - che, dopo la rimodulazione dell’offerta formativa già attuata quest’anno, occorrerà fare ulteriori «sacrifici». Lo impone la nota di indirizzo 160 del ministro Gelmini che ha stabilito una ulteriore stretta sui requisiti minimi (anche in termini di docenti necessari a reggere una facoltà o un corso di laurea) per tenere in piedi facoltà e corsi di laurea. A loro volta, gli Atenei che adotteranno tali requisiti sin dal prossimo anno accademico saranno ritenuti virtuosi e per questo premiati. Insomma, si impone una razionalizzazione delle risorse per non correre il rischio di chiudere battenti nelle sedi decentrate, come del resto già avvenuto al Politecnico di Torino.
    Si è ragionato di questo a Taranto presso la seconda facoltà di Ingegneria dove ieri si è tenuto un vertice a cui hanno preso parte il rettore Nicola Costantino ed il direttore amministrativo Franco Biraschi del Politecnico, i presidi Gregorio Andria (Ingegneria Taranto), Claudio D’Amato Guerrieri (Architettura Bari) e Antonio Dell’Aquila (Ingegneria Bari), e numerosi docenti.
    «Venti anni di presenza a Taranto sono la conferma che la scelta operata è stata una felice intuizione e che Taranto merita questa presenza. Noi - dice il rettore Costantino - abbiamo la volontà di rimanere e conservare quello che abbiamo. Certo, dovremo affrontare alcuni problemi per adeguarci alle nuove regole. Non sappiamo in che misura, ma sarà necessario qualche sacrificio. Faremo di tutto per mantenere immutata la nostra presenza. Ma dobbiamo guardare alla situazione complessiva del Politecnico. Secondo una proiezione che abbiamo fatto, in previsione di un adeguamento alla 160, registriamo complessivamente un deficit di 98 docenti. Stiamo, dunque, cercando di affrontare questi problemi in termini complessivi facendo dialogare i presidi tra loro. Taranto potrà sicuramente contare sulla collaborazione con le altre facoltà, premesso che, comunque, dei tagli saranno necessari».
    Problemi comuni anche con le altre facoltà del territorio dipendenti non dal Politecnico ma dall’Università di Bari. «Con l’Università di Bari ci sono buoni rapporti - aggiunge Costantino -. Stiamo lavorando su progetti federativi. E’ un’ipotesi che stiamo esplorando, ma non sono esclusi corsi di laurea interateneo o, comunque, scambi di docenti in maniera da ottimizzare le risorse presenti. Progetti federativi potranno anche riguardare i servizi, come la mensa o i trasporti».
    Sistema, sinergia e rete è quello che si fa anche con Università, Cnr e Arpa in vista dello sviluppo del polo scientifico tecnologico in Area vasta, a proposito della quale il rettore dice: «Siamo nella fase delle individuazione delle priorità del territorio».
    Ma perché, considerate le difficoltà sul tappeto ed al di là dell’evidente ritorno economico per le famiglie, consigliare ad un giovane studente di restare e studiare a Taranto? Replica il rettore: «Perché i nostri laureati sono ai primi posti in Italia per successo occupazionale. Anche coloro che non trovano occupazione in loco, ovunque si inseriscano, vengono accolti benissimo».

    articoli di Maria Rosaria Gigante
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 5 Febbraio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    LA NOVITÀ: CON LA RIFORMA SONO COINVOLTE LE SECONDARIE DI SECONDO GRADO
    Provincia taglia le sperimentazioni e rivede tutta l’offerta scolastica

    • Meno di dieci giorni di tempo per rimodulare dal prossimo anno l’offerta formativa delle scuole secondarie di secondo grado secondo la riforma. E’ il tempo che si è data la Provincia per predisporre una apposita delibera da portare in giunta appunto entro il 10 febbraio. Le novità prevedono un sostanziale snellimento dell’offerta - stop quindi a sperimentazioni varie - articolata in licei, istituti tecnici e istituti professionali (che peraltro perdono il diploma di qualifica triennale che diventa oggetto di percorso professionale gestito dalla Regione). Prevedibile una querelle tra scuole allo scopo di assumere la tipologia definitiva ad esempio di liceo classico, scientifico o linguistico. Insomma, dovrebbe essere definitivamente contenuta la possibilità di trovare più indirizzi nella stessa scuola. La delicatezza dell’operazione è emersa in tutta la sua portata nel corso dell’incontro, presso l’Ufficio scolastico provinciale, in cui il Comitato per la Qualità della Vita ha annunciato il programma di iniziative per celebrare la petizione popolare di 83mila firme con cui agli inizi degli anni Ottanta si chiedeva l’Università a Taranto. Focali, infatti, non sono solo le novità che dal prossimo anno dovranno essere attuate al primo anno della scuola superiore, ma anche le emergenze legate al polo universitario jonico. Si articola in una intera settimana di incontri - definita la Settimana della Conoscenza - l’iniziativa così messa in cantiere dal Comitato. Ad annunciarlo è il presidente Carmine Carlucci. Ma vista l’urgenza del confronto su temi delicati, gli incontri stessi diventano occasione - annuncia a sua volta il vicepresidente della Provincia ed assessore provinciale alla Pubblica istruzione e università, Emanuele Fisicaro - per chiarirsi le idee. Successivamente, nei primi giorni della prossima settimana, proposte condivise dovranno esser messe nero su bianco e la delibera confezionata dalla Provincia andare in giunta per l’approvazione. Sul fronte Università, ciò che è urgente è il confronto sull’accordo di programma tra Università ed Enti locali scaduto da oltre 7 mesi mentre ritorna l’ennesimo stop da parte della Sovrintendenza ai Beni architettonici ai lavori in corso a San Giovanni di Dio (dove dovrebbero andare i corsi di laurea dell’area sanitaria al momento trasferiti in via Deledda).
    Appuntamenti per discutere di tutto ciò mercoledì 3 (ore 17 presso l’Usp sull’Università), il 4 febbraio (ore 9, istituto Pitagora, i tecnici secondo la riforma), il 5 (ore 9, liceo Quinto Ennio, i licei secondo la riforma), il 6 (ore 9, istituto Liside, sui professionali).



    LA DENUNCIA - FISICARO: SPESSO TROVO LE SCUOLE IN CONDOMINI O SCANTINATI
    «Ma il problema sono gli edifici versano in condizioni impossibili»

    • «Ho ereditato una situazione infrastrutturale insostenibile, ma farò quanto in mio potere per ottimizzarla». L’assessore provinciale al Patrimonio, Pubblica istruzione e Università, Emanuele Fisicaro, commenta così la difficile situazione dell’edilizia scolastica a Taranto e provincia, riferita alle scuole superiori di competenza della stessa Provincia. «Mi duole dirlo, ma quando vado a visitare una scuola, mi ritrovo spesso in un condominio o in uno scantinato. Si tratta quasi sempre di situazioni di emergenza perché mancano le condizioni minime per poter fare lezione» afferma Fisicaro. Poi, facendo i conti in tasca alla Provincia, aggiunge: «La Provincia spende quattro miliardi delle vecchie lire ogni anno per l’affitto di strutture vecchie e fatiscenti».
    Fisicaro sceglie la platea di un recente convegno organizzato dal suo assessorato provinciale sui problemi scolastici per evidenziare quella che è una grossa emergenza del sistema scuola, la situazione edilizia appunto. In realtà l’iniziativa serve ad affrontare altre questioni: dai bassi livelli di apprendimento all’autonomia scolastica, dal calo della popolazione scolastica ai temi ancor più scottanti della riforma dell’istruzione superiore sin dal prossimo anno con ricadute immediate sulle scelte che gli studenti di terza media dovranno effettuare entro marzo. Non meno urgente l’altrettanto complessa operazione di riassetto della rete scolastica regionale (che quest’anno sta conoscendo un’appendice rispetto agli assetti già determinati dalla Regione a fine dicembre) in sinergia con la riforma. Insomma, un’occasione di confronto sui temi essenziali della scuola al cui «capezzale» corrono amministratori e dirigenti scolastici.
    Ma l’accento posto dal vicepresidente della Provincia sul tema edilizio è una conferma di una grossa preoccupazione che investe trasversalmente i diversi indirizzi di studio. Qualche giorno prima, recandosi ad incontrare gli studenti dell’istituto professionale Archimede che protestavano per i disagi al plesso Costa (che pure appare come soluzione ottimale tanto da aver spinto la Provincia a ribadire al Comune la richiesta di cessione o la disponibilità all’acquisto), Fisicaro aveva affermato: «Una cosa sia ben chiara: non esistono scuole di serie A e scuole di serie B. I vostri problemi saranno presi in considerazione come quelli di scuole considerate più accorsate».

    articoli di Maria Rosaria Gigante
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 3 Febbraio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    L'istituto Liside organizza un corso di informatica gratuito

    L’Istituto Professionale per i Servizi Sociali “Liside” di Taranto nell’ambito dei Pon organizza due corsi gratuiti sulle tematiche finalizzate al conseguimento della patente europea del computer (Ecdl) e aII’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, rivolti agli adulti del territorio tarantino.
    Sono rivolti ai maggiorenni del territorio tarantino; avranno la durata di di 60 ore ciascuno e saranno preceduti da un incontro con il tutor per la rilevazione delle competenze alfabetiche possedute per la creazione di gruppi omogenei. Al termine ai corsisti sarà rilasciato un attestato di partecipazione e un certificato dei crediti formativi riconosciuti. Gli interessati possono ritirare la domanda di partecipazione presso la segreteria dell’lstituto tutti i giorni feriali dalle ore 11 alle ore 12,30 e consegnarla, esclusivamente a mano, entro e non oltre le ore 13 del giorno 15 febbraio, presso l’ufficio di segreteria (sig.ra Fiorenza). Nel caso in cui il numero delle domande pervenute entro i termini fosse superiore a 24 per ciascun corso, sarà effettuata una selezione.

    articolo pubblicato sul Corriere del Giorno di Martedì 2 Febbraio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    UNIVERSITÀ: Il comitato scientifico ieri ha definito gli scopi del centro di ricerca con indirizzo ambientale
    Primi vagiti del Polo tecnologico
    La missione: bonificare Taranto

    Il Polo tecnologico Magna Grecia punta alla bonifica dell'aria e dell'acqua: così il comitato scientifico riunitosi ieri nella sede dell'Ateneo di Bari ha gettato le prime basi per quello che sarà il cuore della ricerca del territorio ionico.
    All'incontro prettamente scientifico cui hanno preso parte rappresentanti del mondo universitario, dell'Asl del Cnr e dell'Arpa ne seguirà oggi uno di indirizzo politico a cui prenderanno parte i partner dell'importante progetto (ore 15 in Palazzo di città a Taranto). Dopo che la Regione ha finanziato con un importo di 50 mila euro lo studio di fattibilità, il progetto inizia ad entrare nel vivo. Il polo tecnologico, che avrà sede nel quartiere Paolo VI, sarà un centro di ricerca con indirizzo ambientale che si occuperà di studiare e dare risposte sui temi derivanti dal rapporto tra ecosistema e industria.
    Il progetto nasce da un protocollo avviato tra Comune, Provincia, Asl, Arpa, Cnr, Politecnico, Università. Lo studio di fattibilità del centro previsto in Area vasta, finanziato dalla Regione con fondi Cipe, è stato affidato al Politecnico ionico, partner dell’iniziativa. Tra i presenti all'incontro di ieri i rettori dell'Ateneo Barese Corrado Petrocelli e del politecnico Nicola Costantino, i presidi delle facoltà tarantine di Giurisprudenza, Antonio Uricchio, e di ingegneria, Gregorio Andria, e i rappresentanti dell'Asl Cosimo Scarnera dell'Arpa Giorgio Assennato e del Cnr Nicola Cardellicchio.
    Tra i compiti del comitato scientifico, che ieri ha gettato le basi degli obiettivi cui guarda il progetto, vi è stato anche quello di ipotizzare il futuro: ovvero l'opera di bonifica che da qui ad un tempo abbastanza breve si dovrà mettere in atto per decontaminare l'aria, e soprattutto l'acqua e la terra (elementi che maggiormente trattengono agenti inquinanti) di Taranto. Tra le peculiarità del polo tecnologico tarantino vi è sicuramente lo stretto legame che avranno le ricerche di tutte le realtà scientifiche riunite in un unico polo: lavorare sulla formazione dei nuovi ricercatori ma soprattutto sull’innovazione dei processi di bonifica, in special modo dalla diossina, e salvaguardia ambiente . «Dobbiamo già capire da oggi che approccio avere nel futuro con quello che ha lasciato la sostanza inquinante. Quindi oggi pensiamo ad un approccio avanzato: un occhio sul presente per vedere come decontaminare nel futuro» ha spiegato al Corriere il dirigente Spesal Cosimo Scarnera.


    IL PROGETTO
    Laboratori e alloggi hi-tec, ecco la città della ricerca

    Importanti i numeri del progetto del Polo tecnologico: 8.062 mq di laboratori al piano terra; 1.234 mq aule Asl al piano terra; 4.459 mq di uffici al piano primo; 6.074 mq di alloggi per 600 studenti in soluzione doppia e singola su due livelli; 3.566 mq di servizi pubblici (sale teatro-conferenze, sale studio, biblioteca, internet point... etc) e privati (bar, ristorenti, palestre, ..etc) diffusi; 960 posti auto interrati per ‘campus’ e in più 488 posti interrati per le strutture laboratoriali e gli uffici e 311 posti auto sulle strade perimetrali ad uso pubblico per un totale di 1159 posti auto. Tutto circondato da 22.059 mq di verde attrezzato ad uso pubblico. Tutto eco compatibile e ad alto risparmio energetico.
    Per i progettisti il quartiere Paolo VI si presta più di altri a ospitare il Polo scientifico-tecnologico di Taranto, che così alla pari delle altre città pugliesi, potrebbe dotarsi di un centro di ricerca in grado di essere volano dello sviluppo del tessuto produttivo dell’area ionica. A specificare la bontà della scelta logistica della tecnopolis di Taranto è il progetto. L’alternarsi di aree edificate - spiegano i realizzatori del progetto - ad uso abitativo ed aree totalmente abbandonate e degradate, originariamente destinate a strutture pubbliche e verde attrezzato dello sviluppo edilizio può rivelarsi un punto di forza nell’ipotesi che si voglia “approfittare”, in una visione a lungo termine, di questo “spazio libero”.
    La Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari ha mostrato notevoli capacità di crescita creando attorno a sé notevole interesse ed attrattiva fungendo da catalizzatore per la costituzione di una zona di terziario avanzato che rappresenti la base di partenza per lo sviluppo di un polo tecnologico per la Provincia.
    Nel progetto l’architettura proposta per il Polo tecnologico del quartiere ‘Paolo VI’ di Taranto vuole essere uno spazio urbano “collegato” con le strutture
    preesistenti del Politecnico e della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche Naturali e lo pone come epicentro generatore di uno spazio urbano e di un’architettura radiale. Il disegno che ne consegue - si legge nel progetto - si presenta così, fluido, snello, e caratterizzato da viali ciclo pedonali che “guardano ” all ’Università. Tale architettura genera degli spazi di tipo 'aperto’ con eterogeneità funzionali (tecnologiche - laboratoriali, residenziali e di servizi commerciali diffusi) atte a fare del Polo Tecnologico un centro attrattore per l’intera provincia di Taranto.


    articolo di Gianni Svaldi
    pubblicato sul Corriere del Giorno di Martedì 2 Febbraio 2010
    Ultima modifica di Plautus; 03/02/2010, 15:53.

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  • Plautus
    ha risposto
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    LA PROTESTA PESANTI I RIFLESSI SULL’OCCUPAZIONE PER I TAGLI DECISI A LIVELLO CENTRALE
    Pulizia nelle scuole lavoratori in agitazione

    • Pulizia nelle scuole, doppia emergenza. Occupazione a rischio per i 500 lavoratori della ditta Dussmann che ha in appalto il servizio e a rischio anche l’igiene nelle aule che in molti casi i genitori tengono sott’occhio. Cominciano a delinearsi con maggiore evidenza i problemi che si potrebbero avere il prossimo anno con la riduzione annunciata dal Ministero del 25% dei finanziamenti destinati agli appalti esterni delle pulizie. Non era bastato il ridimensionamento negli ultimi anni degli organici del personale Ata, in particolare i collaboratori scolastici. E non era bastato due anni fa anche il taglio del 50% del servizio e delle ore in appalto, taglio che i lavoratori stanno pagando con una cassintegrazione in deroga. Ora l’annuncio di una nuova riduzione.
    I lavoratori, entrati in stato di agitazione, hanno così cominciato a ridurre le prestazioni al minimo, attenendosi rigidamente a quanto previsto dal capitolato d’appalto. “Dopo soli due giorni le scuole – denuncia la segretaria generale della Flc Cgil, Anna Santoro – sono già in situazione igienica precaria. In alcuni casi i dirigenti hanno proceduto con ordini di servizio nei confronti del personale Ata statale. L’emergenza è doppia: altre centinaia di lavoratori si troveranno senza lavoro, la scuola rischia di non riuscire a provvedere alle minime norme igieniche e di sorveglianza”.
    Su due fronti contrapposti la battaglia sindacale. Da una parte la Flc Cgil e i confederali, dall’altra i Cobas. “La Flc – annuncia Santoro - ha deciso di impugnare la nota ministeriale del 14 dicembre in sede legale e di chiedere un incontro urgente al Miur”. I toni sono allarmati e preoccupati: “Sono anni che tutto il sistema di istruzione è vittima di tagli dissennati. Se non si cambia strada non c'è futuro”.
    Preoccupati per il lavoro che verrebbe ancora drasticamente ridotto e per l’inevitabile ricaduta in termini di qualità del servizio ed il rischio legato all’igiene e alla salute dei bambini, i Cobas nei giorni scorsi hanno incontrato il prefetto. “Prendiamo atto – affermano - che il Prefetto ha scritto al Ministero per chiedere la non applicazione della direttiva Gelmini, rappresentando il fatto che già due anni fa a Taranto vi fu un pesantissimo taglio che per i lavoratori significa ancora cassintegrazione in deroga. Proprio per questo la soluzione che viene prospettata, in caso di mantenimento dei tagli, non è accettabile: un aumento della cassintegrazione in deroga per coprire le ulteriori ore di lavoro eventualmente tagliate!” Quindi i Cobas mettono in guardia i lavoratori perché la loro mobilitazione “non sia strumentalizzata. I loro interessi non possono essere confusi con quelli dell’azienda, la Dussmann, che in questi anni ha trovato a Taranto un lauto mercato”.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 27 Gennaio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    Dispersione scolastica scattano 12 denunce
    Controlli dei carabinieri a Talsano

    • I carabinieri della stazione di Talsano in un’operazione contro la dispersione scolastica, hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica 12 persone, genitori ed esercenti la patria potestà di studenti sotto i 16 anni, per inosservanza dell’obbligo dell’istruzione dei minori.
    Le indagini, avviate in collaborazione con alcuni istituti scolastici, hanno permesso di accertare che non hanno assicurato la frequenza della scuola dell’obbligo ai propri figli.
    I ragazzi, infatti, fino alla metà di gennaio, hanno collezionato, individualmente, assenze ingiustificate tra 50 e 60 giornate. Gli accertamenti sono stati condotti in collaborazione con i dirigenti scolastici della borgata e continueranno in tutto il capoluogo ionico per l’intero anno scolastico.

    articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 27 Gennaio 2010

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